#OT12 Alcune considerazioni

Alla conclusione della seconda settimana di OT12 e strumenti di traduzione desidero esporre alcune osservazioni. La prima riguarda la soddisfazione diretta conseguenza dell’atto di impudenza che ho praticato quando mi sono iscritta al corso, pur sapendo di non avere le competenze di lingua per potermi confrontare con le attività (di traduzione) proposte. Mi riferisco a quanto è stato prospettato in questa seconda fase:

Personalizzando la modalità della mia presenza e d’intervento ho alternato la lettura dei dibattiti che hanno luogo nei vari forum con la consultazione del materiale proposto, grazie al quale ho visto dispiegarsi uno scenario affascinante e ricco di attrattive e stimoli. Ammetto di aver gioito al pensiero che, se non avessi compiuto quell’iniziale atto di coraggio, forse non avrei avuto la possibilità di aprire nuove finestre e abbattere altre barriere.

Anche la seconda considerazione ha a che fare con uno stato emotivo di intima soddisfazione che risulta rinfrancata dalla constatazione che ciò che sto scoprendo è entusiasmante e confortante ad un tempo dato che è in sintonia con i miei  valori che sono con quelli che ispirano il movimento della traduzione aperta. Sono ideali che necessitano di essere ravvivati in un mondo in cui, citando Z. Bauman, l’ordine dell’egoismo sembra aver preso il sopravvento su quell’ordine della solidarietà.

Per ultimo osservo che sto partecipando a tre corsi #OT12 #oped12 e # CFHE12 che condividono la caratteristica di essere Mooc e l’utilizzazione/promozione delle OER, pur presentando diversità nella progettazione.

Traduzione Aperta descrive un settore della pratica emergente al crocevia di tre movimenti di cui ho voluto sintetizzare i tratti distintivi in un’immagine che di seguito propongo:

Voglio sperare che la Comunità dei traduttori in un prossimo futuro possa prosperare e diffondersi sempre più.

#OT12 Dieci ragioni per tradurre

Premetto che interpreto come un incoraggiamento, per il quale ringrazio,  quanto ho letto nella sintesi della settimana di OP12

[…] Thanks very much to all those who are tweeting about OT12 and also to our first blogger[…]

Esplicito che lo scopo di questo post è ragionare sui temi proposti nel corso della prima settimana:

  • didascalie automatiche di Google per YouTube
  • perché tradurre?

Considero straordinari gli argomenti e sorprendente l’approccio nelle attività di riflessione, foriero di bellissime ed emozionanti idee che certamente hanno la proprietò di dilatare gli angoli di visuale.

Sono riuscita a reperire la trascrizione del video con l’intervista a Ken Harrenstien un ingegnere di Google che ha contribuito a sviluppare il sistema sulla nuova didascalia automatica e le funzioni di cronometraggio automatico su YouTube, che mi ha permesso di aggiungere un elemento per me fondamentale per l’accesso alla comprensione delle informazioni veicolate da altri mezzi

  • lingua dei segni
  • interprete (dalla lingua dei segni all’inglese)
  • didascalie

Riconosciuto che i temi principali affrontati nella video intervista sono riconducibili all’accessibilità e all’innovazione, ritengo opportuno considerare le  implicazioni sociali  e quelle economiche conseguenti all’introduzione delle novità tecnologiche là menzionate.

C’è da chiedersi, cioè, perché l’aggiunta automatica delle didascalie nei video rappresenta un vantaggio e chi ne sono i beneficiari.

Sono i non udenti, gli utenti internazionali, gli editori, i proprietari di contenuti a trarre indubbi vantaggi dal momento che le didascalie/ sottotitoli rappresentano

  • un’alternativa testuale per coloro che non
    • possono visualizzare il contenuto non testuale (non udenti, utenti internazionali che parlano / comprendono lingue diverse)
    • volendo interferire con il contesto per motivi diversi (es. sono in treno…), preferiscono togliere l’audio
  • uno strumento che favorendo la ricercabilità dei video su You Tube ne aumentano le visualizzazioni.

La video intervista è un esempio di come le tecnologie possano dare una risposta a svariati problemi degli utenti;  rappresenta, al contempo, uno stimolo (per me) a prendere in considerazione in modo più accorto standard e normative  che definiscono l’accessibilità per i sistemi informatici. Altre occasioni di conoscenza, per me, sono riconducibili al riconoscimento vocale e alla lingua dei segni che erroneamente pensavo avesse valenza internazionale.

Altrettaneto entusiasmante è risultata la trattazione del secondo argomento «perché tradurre?» condotta secondo un’ottica che collega la traduzione all’accessibilità e all’apertura delle risorse. Straordinario il sito web segnalato Ethnologue: lingue del mondo. Si tratta di un’opera di consultazione enciclopedica in cui sono catalogate le 6.909 lingue vive conosciute di  tutto il mondo. Consiglio il Rapporto per l’ Italia.

Ho voluto sintetizzare nella mappa –tradurre– le motivazioni per la traduzione.

Segnalo infine un video sul funzionamento di Google Translate. perché permette di capire quanto sia importante la produzione di contenuti da parte degli utenti.