L’argomento della 33 esima settimana change11, (34 secondo MOOC schedule) riguarda la partecipazione e le pratiche online degli studiosi, termine che, precisa il facilitatore George Veletsianos, in questo caso si riferisce a persone
che svolgono l’insegnamento e la ricerca in contesti di istruzione superiore (ad esempio, gli istruttori, professori, MA / dottorandi, ecc.).
Nell’analizzare l’argomento espone i risultati della sua ricerca che ha condotto sul tema, invita a riflettere sull’esperienza personale e a riconsiderare i temi trattati nelle settimane precedenti per riscontrarne eventuali approfondimenti della comprensione.
Accogliendo la sollecitazione è mia intenzione ora considerare tre diversi elementi:
- esperienza personale a proposito di Delicious
- identità digitale
- visualizzazione tramite mappa concettuale delle connessioni individuate fra i vari temi affrontati.
G. Veletsianos dice che Del.icio.us è stato descritto come un luogo dove “i collegamenti vanno a morire.” in merito incoraggia l’espressione di un’opinione. Per archiviare, ricercare e consultare gli indirizzi dei siti visitati nel tempo sono passata dai Preferiti di Internet Explorer ai segnalibri di Mozilla Firefox all’uso di Delicious non appena ne ho sentito parlare in occasione di una lezione in presenza (master). Ad attrarmi era la possibilità della condivisione. Quando il sito di social bookmarking fu venduto da Yahoo ad AVOS System ho smesso di usarlo passando a Diigo, successivamente l’ho ripreso, ma i cambiamenti apportati dalla nuova proprietà ancora mi disorientano e le analogie con evri.com, ex Twine che peraltro avevo apprezzato, mi lasciano insoddisfatta. Il progressivo sviluppo delle reti sociali e delle comunità virtuali hanno determinano un crescente incremento della condivisione di risorse, di collegamenti a siti, contenuti testuali, immagini, video e audio. Non è da escludere che fra le possibili cause dell’affermazione di partenza sia ascrivibile proprio al mutato comportamento degli utenti.
La mia tesi di master che «si occupa dell’identità digitale dei soggetti che operano, lavorano, imparano con e attraverso la rete: i lifelong learners», nel riconsiderarla mi è di conforto la saggezza della scelta operata perché ha facilitato la mia consapevolezza in fatto di complessità che l’essere in rete comporta. Conseguenza diretta di quella ricerca è stata l’apertura del blog su cui scrivo di apprendimento / insegnamento online; una pagina, intitolata Serena 2.0 riporta i collegamenti ai principali siti in cui si manifesta la mia identità digitale: Facebook, Flickr, aNobii, Delicious, Diigo, Twitter.
mappa
L’ascolto della Registrazione Elluminate unitamente alla lettura del testo della chat, suggeriscono una riflessione che riguarda la definizione di studioso
Downes (19,12) Sono diventato uno studioso con la partecipazione alle reti sociali online, prima del web ero uno studioso in modo completamente diverso.
Keith Hamon (19,13) Penso che tutti noi siamo diventati studiosi partecipando alle reti, online e off.
Lisa M Lane (19.13) Sì, i nostri metodi e i desideri sono cambiati, il nostro flusso di lavoro è cambiato
Verena Roberts (19,14) È necessario essere con l’Università e digitali per essere uno studioso?
Downes (19,14) Il modo migliore per farlo: l’atto di diventare uno studioso è (ora / in futuro) lo stesso atto di * creare * una rete sociale online.
Verena Roberts (19,15) Quindi … uno studioso è un partecipante digitale?
Lisa M Lane (19,21) La maggior parte degli studiosi ancora non sono online
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Le caratteristiche degli studiosi sembrano essere legate alla natura soft o hard delle tecnologie ed esprimere preferenze / valori personali; le loro pratiche risultano trasformate dalle tecnologie.