Seguendo le indicazioni contenute nel«The daily» di ieri sono approdata al link che conduce a The Huffington Post dove ho letto con interesse, restandone intimamente coinvolta, l’articolo scritto da S. Downes del 2 novembre u.s. intitolato Deinstitutionalizing Education.
Downes riflette su un tema sul quale è stato versato una gran quantità di inchiostro virtuale e che attiene la necessità di riformare le scuole e università. Egli è dell’avviso che si debba mettere in discussione completamente il modo di gestire l’educazione perché è evidente che l’Istituzione è giunta al fallimento.
In che modo si articola il ragionamento di Downes? E come spiego il mio coinvolgimento?
Downes intende evidenziare che i motivi per cui la gente sta perdendo la fede nella società negli Stati Uniti e identificati da Nussbaum, professore di Innovazione e Design alla Parsons School of Design e qui rintracciabili, siano applicabili alle istituzioni in generale, tra cui le aziende e anche le agenzie governative, scuole e università comprese.
Declina quegli elementi, riconducibili a pratiche e a modi di essere che sono accomunati dall’allontanamento da ideali, principi morali tradizioni ecc. considerati generalmente il fondamento positivo della vita umana e della società, con conseguente scadimento dell’etica, adattandoli all’Istruzione, alla scuola, all’Università.
Vediamoli.
Outsourcing. In tutto il mondo, con l’eccezione di Finlandia e Singapore, il settore dell’istruzione, come altri settori industriali, eroga bassi stipendi , esternalizza dove può, svaluta le persone che lo fanno funzionare.
Trust. È visibile un’ erosione di fiducia nelle istituzioni educative, una sfiducia in coloro che le gestiscono perché se ne servono per la propria carriera politica. La sfiducia investe le soluzioni messe in atto per monitorare i dirigenti; si abbatte anche sugli insegnanti
Greed. Gran parte della crisi economica può essere imputabile al bisogno dei presidenti amministratori delegati e manager di guadagnare lauti stipendi. Istituzioni e i loro amministratori continuano ad accumulare ricchezza mentre si amplia il divario tra ricchi e poveri.
L’elenco continua: Corruption, Democracy. Ingratitude, Incompetence.
Non mi fermo per riportarne elementi descrittivi preferendo procedere con le considerazioni che Downes fa.
In breve, la democrazia rappresentativa ha fallito. I valori dominanti persiguiti e promossi dalle istituzioni sono il potere, la proprietà e il controllo. È indispensabile sollevare domande sul sistema che ha comportato l’elevazione della classe di criminali al potere non limitare i provvedimenti migliorativi alla mera preservazione della ricchezza e della posizione all’interno di questo ordine sociale. C’è bisogno, continua Downes, di progettare forme di organizzazione sociale basata su valori diversi, su forme atte a promuovere la gestione, l’agilità e stabilità. Garantendo il diritto di ciascuno e di ogni membro della società, è possibile assicurare il personale diritto nella società, lavorando in virtù della libera associazione, di scambio cooperativo di valore reciproco, con i limiti naturali del diritto di possedere e di controllo.
Non mi rimane a questo punto che esplicitare il motivo del mio coinvolgimento non trascurando di chiarire l’attinenza dell’articolo con l’e-learning.
Il quadro che si andava componendo mentre procedevo con la lettura ritraeva una realtà che si adattava perfettamente con quella tratteggiata da alcuni quotidiani e trasmissioni televisive di approfondimento: la realtà italiana.
Ho provato una confortante affinità di pensiero leggendo la proposta di Downes di sostituire un istituto di istruzione che si rivolge a utenti consumatori, destinatari di un’educazione online con la creazione di una personale forma di apprendimento attraverso la libera associazione tra studenti. Ciò darebbe origine a un sistema educativo che non potrebbe essere ridotto, né potrebbe essere sacrificato, a interessi corporativi o di proprietà.