#Rhizo14 – L ‘imbroglio come apprendimento. Un esempio.

Nel redigere il post che segue mi propongo di fornire una breve presentazione del nuovo corso a cui ho deciso di partecipare, di esplicitare il motivo per cui ho compiuto la scelta; di presentare le cose da fare nel corso della prima settimana; e, infine, di esprimere il mio punto di vista.

Il corso, Rhizomatic Learning – The community is the curriculum, la cui abbreviazione è #Rhizo 14 , è un MOOC proposto da colui che ha coniato il  termine nel 2008: Dave Cormier dell’Università di Prince Edward Island. Ha preso avvio il 14 gennaio 2014;  si snoderà nell’arco di sei settimane; si tiene su P2PU (Peer to Peer University); si può rintracciare su Facebook, Rhizo14 Fb group;  su Twitter,  ##rhizo14 hashtag ;  su Google c’è una google + community; altri spazi: blogs personali.

Sono alla ricerca costante di cibo, di nutrimento per la mente e per lo spirito, nel tempo ho maturato la convinzione, grazie all’esperienza acquisita, che questo particolare alimento si trova con maggiore probabilità se si appartiene ad una comunità.

L’agenda della prima settimana prevede:

primasfida

Ritenendo superflua una mia presentazione, rintracciabile sul blog, mi focalizzo sulla prima sfida «L’imbroglio come arma».

Per la chiarificazione dei termini, che mi aiuta a svolgere il ragionamento, mi avvalgo del dizionario Sabatini Colletti online (Corriere della Sera) per barare e del vocabolario online Treccani per arma e, al contempo, m’interrogo:

a) perché barare? b) l’imbroglio può diventare un’arma?

Si bara, s’ imbroglia, s’ inganna, non rispettando le regole di un gioco, in vista di un guadagno, di un vantaggio.

L’imbroglio può essere usato sia come mezzo materiale di offesa, sia di difesa, per esempio, quando è usato per smascherare la presunzione delle diverse espressioni del potere e/o per sollecitare e stimolare l’esercizio, la pratica del senso critico.

Ricavo un esempio significativo dall’articolo «Come ho fregato tg, politici e giornali con qualche riga su Wikipedia» comparso su Wired.it del 15 gennaio 2014.

Numerosi interventi di commento all’articolo pongono l’accento sull’effetto negativo dell’iniziativa compiuta da «Il genio falsario di Wikipedia» (il Fatto Quotidiano online, pagina abbonati, 16 gennaio).  In estrema sintesi, si sostiene che il suo esperimento, comporta la squalifica e la validità di Wikipedia, minacciandone così l’attendibilità.

Quale è il rovescio della medaglia? Nella sua valenza positiva l’esperimento testimonia la necessità di prestare la massima attenzione alla citazione delle fonti da cui provengono le informazioni contenute negli articoli, ciò al fine di un sempre auspicabile controllo dei dati. Sempre più necessarie risultano le abilità critiche  .

#mobimooc12. Riflessioni conclusive

MobiMooc12 sta volgendo al termine, il 30 prossimo chiuderà i battenti, è tempo  che io faccia un bilancio di questa mia nuova esperienza di cMOOC. Non nego che la sua conclusione affievolisce il senso di insoddisfazione che mi ha accompagnato in queste settimane, un’inquietudine dovuta al fatto che non sono riuscita a interagire in modo conforme a quanto preventivato. Mi rimprovero di essermi lasciata disturbare dagli aggiornamenti giornalieri relativi ai forum di discussione a cui mi sono iscritta, ipotizzando di essere in grado di interagire fluidamente. Così non è stato pur non essendo mancata l’interazione attraverso questo mio blog, la condivisione di risorse col gruppo mobimooc su Facebooc, qualche intervento in lingua inglese nel forum di discussione globale. Non dimentico  lo scoglio della lingua che in questo contesto ha fatto sentire maggiormente la sua influenza inibitoria.

Nonostante ciò mi ritengo soddisfatta per l’apprendimento acquisito e soprattutto per lo squarcio operato nel pianeta mobile learning che  pregiudizialmente avevo ritenuto a me precluso.

Sì, #mobimooc12 si è rivelato una valida bussola.

fonte wikimedia

Ora potrò dedicarmi a tempo pieno a #oped12, in attesa dell’avvio di #CFHE12.

 

Post correlati (in ordine cronologico)

Esplorazione degli spazi di #mobiMOOC

#mobiMOOC12: condivisione dei segnalibri tramite Delicious

#mobiMOOC12: gruppo Google

#mobiMooc, Introducing myself

#mobiMooc, The basic concepts

#mobiMooc2012, Possible or probable?

#mobimooc2012, Sulla condivisione degli strumenti mobili e sul curriculum mlearning

#mobimooc2012, Sulla condivisione degli strumenti mobili e sul curriculum mlearning

Desidero prendere in esame due fra i temi discussi nei forum del corso, perché più rispondenti ai miei attuali bisogni formativi:

  • condivisione dei personali strumenti mobili preferiti relativi all’apprendimento
  • perché un curriculum mobile learning.

Noto che i due argomenti sono in relazione fra loro per alcune ragioni che indico e visualizzo.

Gli strumenti mobili rappresentano soluzioni a bisogni formativi specifici;  considerata la loro varietà, richiedono l’acquisizione di cognizioni sull’argomento al fine di operare scelte conformi alle necessità. Evidenziano, inoltre, come sia essenziale l’ appropriazione di un lessico specifico anche in considerazione della continua comparsa di nuove parole, di frasi e abbreviazioni della tecnologia.

La lettura degli interventi dei colleghi ha permesso di orientare la mia attenzione, focalizzare meglio le articolazioni dei due problemi esaminati e ha suggerito riflessioni sugli effetti della condivisione sul piano dell’apprendimento.

Allineando il mio comportamento alle richieste esplicitate nei forum, richiamo alla memoria gli strumenti mobili che ho usato per l’apprendimento ma che ora, pur essendo a portata di mano, utilizzo rararmente, si tratta di un Nokia 7210 col quale mi sono divertita a scattare fotografie e  l’iPod con cui ho ascoltato musica e English Podcast. Ora sono alle prese con un HTC sensation 4G, causa prima della mia partecipazione al corso, come ho esplicitato qui.

Per poter meglio conoscere il mio cellulare e sfruttare appieno la guida all’uso incorporata nel mio HTC Sensation; sperimentare le caratteristiche e le funzioni ancora non praticate e, infine, per individuare applicazioni, rivolgendo un’attenzione particolare per quelle che sostengono l’apprendimento della lingua inglese, ho realizzato dapprima una tabella a tripla entrata, i cui indicatori sono a) caratteristiche b) descrizione c) definizione; ho provveduto quindi a cercare significati e ad inserire definizioni facendo ricorso ad alcune risorse

 * telefonino.net il sito italiano d’informazione sulla telefonia

* pianeta cellulare una rivista a carattere informativo, tecnico e scientifico

* Webopedia  dizionario

Attraverso le ricerche relative al p.3,  ho visto confermata la convinzione che siano necessarie

  • l’assunzione di un atteggiamento critico,
  • l’acquisizione di competenze, come ho evidenziato in un precedente post , che permettano (anche) la prevenzione della bulimia di applicazioni.

Concludo ripensando agli effetti che ha avuto su di me la temporanea impossibilità di accedere al forum di discussione, mi riferisco alla

  • comparsa di emozioni spiacevoli quali ansia, sgomento, mortificazione, senso di inadeguatezza;
  • ricerca di soluzioni alternative;
  • modifica della mia modalità di partecipazione nello spazio di #mobimooc12 google groups;
  • focalizzazione su quello che nel tempo dell’attesa mi era possibile fare.

Riconosco inoltre che  proprio grazie a quell’iniziale impasse devo l’ incremento della comprensione dell’affermazione di McLuhan  secondo cui l’oggetto di studio dovrebbe essere il mezzo non il contenuto veicolato.

#oped12 Contenuti aperti

 

Flashback primo  

Flashback secondo  ( sui dati aperti in Italia…).

 

 

Una curiosità «La modalità a cattedrale è usata dagli editori di enciclopedie commerciali […] la modalità a bazar è quella utilizzata da Wikipedia»

 

 

Una mappa: fattori che ostacolano il riutilizzo dei contenuti aperti

 

La mappa elaborata con Cmap Tools è la trasposizione della tavola 3 reperita in

BUILD IT AND THEY WILL COME? – INHIBITING FACTORS FOR REUSE OF OPEN CONTENT IN DEVELOPING COUNTRIES

Una domanda: come fare per iscriversi a #oped12 Diigo Groups?

 

 

 

#OCL4Ed – Considerazioni sulla prima sessione del laboratorio

Il fare è il miglior modo d’imparare.

Giacomo Leopardi,

(dalla lettera al fratello Pier Francesco, Firenze, 16 ottobre 1828, in Epistolario)

Nella sessione introduttiva l’elemento che riveste una funzione di particolare rilievo viene espresso in questi termini Perché la questione aperta in materia di istruzione? La fase di orientamento si è articolata in modo vario, attraverso

  • un video di Downes
  • la condivisione dei propri pensieri sull’intervento di Downes mediante attività di microblog

  • la condivisione dei propri pensieri sull’educazione come una vocazione o professione.

  • la pratica di un’indagine / sondaggio

  • la visione del video in cui Desmond Tutu parla sulla importanza della libertà in materia di istruzione. Libertà d’imparare.
  • la condivisione dei propri pensieri sull’importanza della libertà in materia di istruzione. a libertà mediante attività di microblog.

Mi dichiaro soddisfatta di aver colto questa nuova opportunità di sviluppo professionale, ma soprattutto personale, per una molteplicità di ragioni su cui mi propongo di riferire. Anche in questa circostanza, come del resto è capitato con i corsi connettivisti, ho provato (nell’ordine) un senso di meraviglia, di eccitazione, d’ emozione,  manifestazioni tutte dell’attivazione dell’ adrenalina, quella «sostanza naturale in grado di liberare la creatività e di sprigionare energie propulsive».

In particolare ho apprezzato a) la consuetudine di usare le citazioni per introdurre ogni paragrafo;  b) la modalità di affiancare ogni fonte con la specificazione del tipo di licenza [esempio: copyright tradizionale “tutti i diritti riservati” licenza, le disposizioni di fair use consentono un uso limitato di citazioni, senza ottenere il permesso in casi specifici, come la critica, la ricerca, reporting e utilizzati a fini didattici in molti paesi.];     c) il ricorso all’advance organizers di considerare le definizioni tratte da wikipedia e dictionary.com delle espressioni, (vocazione e professione) riguardanti la proposta di riflessione «L’insegnamento è una vocazione o una professione?» d) la citazione di Brookfield (1995) che nel suo libro “Diventare un insegnante criticamente riflessivo” […] concorda sul fatto che l’insegnamento è una vocazione e sarebbe da prendere in considerazione anche che è una vocazione ideologica. L’ osservazione ha contribuito ad allargare la mia visuale e mi ha aiutato ad armonizzare posizioni fino ad allora tenute in qualche modo separate; e) la trascrizione del testo del video di Downes; f) l’acquisizione attraverso Wikipedia di quelle informazioni che mi hanno permesso di conoscere un po’ più in profondità l’ampio raggio d’operare di Tutu la cui «filosofia di azione si è sempre ispirata al concetto africano di ubuntu, che indica una visione della società senza divisioni e nella quale ogni persona è chiamata a svolgere un ruolo importante» (Wikipedia).

Nel valutare questa prima fase di libero apprendimento mi compiaccio per il fatto che l’obiettivo che mi ero posta al momento dell’adesione al corso, usare l’ inglese nelle interazioni, è stato rispettato e raggiunto. Difatti, fattami coraggio ho risposto sia nel forum della piattaforma moodle che nei tweet in lingua inglese. Ciò ha comportato la lettura / comprensione di gran parte degli interventi degli altri partecipanti, l’individuazione di lessico e di espressioni per me significative e il loro utilizzo nella formulazione dei messaggi.

Debbo riconoscere che la scelta di privilegiare l’attività di microblog nelle interazioni da parte degli organizzatori si è rivelata particolarmente efficace e incoraggiante. Sottolineo così il positivo ruolo del microblog nel processo di apprendimento della lingua inglese.



#OCL4ED, Prossimo avvio

Ho deciso di afferrare l’opportunità di sviluppo professionale proposta dalla Fondazione OER iscrivendomi a #OCL4Ed (2012.06); ma che cosa vuole dire l’acronimo?

OCL4Ed sta per licenze contenuto aperto per gli insegnanti; è usato per un seminario online gratuito sulle risorse educative aperte (OER), copyright e licenze Creative Commons.

È possibile reperire informazioni sull’articolazione dei contenuti del corso qui; il programma prevede un riassunto con i link a tutte le risorse per l’apprendimento e le attività di apprendimento.

Gli organizzatori suggeriscono di segnare le pagine consigliate nel proprio browser visitando

  1. la Homepage OCL4Ed in WikiEducator,
  2. il link fornito corso Moodle  (è presente sulla home page del corso e sarà diverso per ogni offerta del corso)  Nel corso OCL4Ed, infatti, per alcune attività si può utilizzare il forum di discussione della piattaforma,
  3. il principale feed # OCL4Ed

Utilizzando un sito di social bookmarking come Delicious – http://www.delicious.com/home , Diigo – http://www.diigo.com / o altro è possibile aggiungere le pagine consigliate e taggarle # OCL4Ed così sarà facile trovarle mentre  durante o settimane dopo aver completato il laboratorio o nel corso dello svolgimento, e anche condividerle con gli altri.

Prima d’ iniziare il corso OCL4Ed è opportuno leggere la pagina introduttiva.

Non è pprevisto il rilascio di un attestato di frequenza o di completamento per il corso OCL4Ed che va visto come opportunità di apprendimento libero.

Considerato che il limite di 140 caratteri troppo restrittivo mi chiedo cosa sia possibile fare. Le risposte in sintesi sembrano essere le seguenti:

  • formulazione di messaggi con brevi spunti che utilizzano microblogs con il tag # OCL4Ed inseriti nei post
  • possibilità di postare e rispondere alle discussioni più sostanziali nei forum di Moodle istituiti per il corso.

Tutti i partecipanti # OCL4Ed sono incoraggiati  a inviare domande e invitati a condividere le loro risposte alle domande, tramite il feed # OCL4Ed microblog, condividendo la responsabilità per imparare insieme.

I prossimi passi saranno nell’ordine a) mia presentazione  al gruppo, b) inviare un messaggio a Downes con commento sul video introduttivo, c) familiarizzare con il nuovo ambiente di apprendimento.

#mobilMOOC

L’iscrizione a MobiMOOC2012, un corso libero, aperto e naturalmente on-line, eseguita qualche tempo fa ha avuto come primo effetto la ricezione di stamane di The #mobilMOOC Daily col quale @Ignatia  Webs aggiorna gli iscritti sull’avanzamento dei preparativi.

Al momento dell’iscrizione avevo anche espresso la mia preferenza fra i temi proposti, mentre sono stati stabiliti 4 temi fissi:

  • introduzione mlearning,
  • la creazione di un curriculum mlearning,
  • la pianificazione di un progetto mlearning,
  • l’impatto di apprendimento con i dispositivi mobili in tutto il mondo.

Il corso che si articolerà nel corso di sei settimane, 8 – 30 settembre p.v., prevede la presenza di facilitatori e relatori provenienti da diversi continenti. Gli spazi sociali di riferimento utilizzati  sono 2 posti principali del wiki corso e il gruppo MobiMOOC Google .

Con la partecipazione al corso mi propongo di realizzare l’obiettivo, esplicitato qui […]

acquisire l’abilità di usare appieno le potenzialità di questa nuova tecnologia (smartphone hTC sensation)

Ho voluto personalizzare lo sfondo del mio hCT sensation con la foto di un quadro, Harran II, 1967 di Franck Stella, che ho particolarmente apprezzato quando ho visitato la mostra Guggenheim – L’avanguardia americana 1945-1980,  Roma Palazzo delle Esposizioni , qui il resoconto

Un’altra questione finora lasciata in sospeso alla quale mi propongo di dedicare attenzione ed energia riguarda la pratica dei giochi di simulazione. Attingendo alla raccolta di mio figlio, inizierò con Civilisation, sono intenzionata a tenere traccia su questo blog di quanto andrò via via sperimentando.

#CCK11 ultimo atto

Sono già finite le dodici settimane  del CCK11, il secondo corso MOOC a cui ho partecipato. Mi dispiace, anche se, lo ammetto, non ho dedicato a questo corso lo stesso tempo e impegno riservato a PLENK2010 a causa del master che  sto seguendo in contemporanea.  Con la sua conclusione viene meno per me uno stimolo di forte impatto, un pensiero su cui spesso mi sono fermata, e perché non ammetterlo?,  anche obiettivo di vita.

Ho già effettuato la registrazione a MOOC.ca per essere informata sulle prossime iniziative, c’è in me infatti la volontà di restare connessa con questa parte di mondo nella quale mi riconosco: i lifelong learners.

Cosa ho imparato?

Anche se  breve,   è opportuno che io faccia un bilancio sia per tenere traccia, memoria storica, sia per organizzare e riflettere su quanto mi è accaduto, sulle considerazione che i vari stimoli e la stessa situazione formativa ha determinato in me.

1. La strada verso un’ulteriore grado di emancipazione questa volta è passata attraverso lo sganciamento del corso dalla piattaforma Moodle che nel PLENK 2010 ha rappresentato una sorta di utero protettivo a cui tornare con cadenza settimanale o forse qualora si scegliesso di restare agganciati al cordone ombelicale che ci ha tenuti collegati .

2. Ho consolidato la messa a fuoco di alcuni nodi per me particolarmente importanti, trascurando molti altri, dei quali non dico di aver perso le tracce, ma sui quali non mi capita nè mi è capitato di imbattermi frequentemente. Avendo deciso di affidarmi anche al caso nella costruzione e ricerca di connessione, penso di non dovermi anguistiare troppo se alcuni nodi sono spariti dalla mia visuale. Potrò sempre recuperarli in futuro.

3. Anche se un pò disorientante, soprattutto nella sua fase iniziale, lo spostamento su Facebook degli incontri fra CCK11 learnes è risultato proficuo per le segnalazioni immediate su cui ho potuto contare, alcune veramente apprezzate. Il ritrovarsi sul sito del social networking offre l’occasione di disporre un maggior numero di elementi di conoscenza per la caratterizzazione dei colleghi. Ciò si rivela particolarmente  utile per individuare i nodi con una maggiore affinità sia in relazione a  visione della vita, ai gusti in fatto di libri, musica, orientamento politico.

Pur riservandomi di verificare, mi pare di poter affermare di avere più amici su FB di paesi stranieri che italiani, senz’altro vera è l’affermazione per quanto riguarda la mia rete sociale, quella esistente in terra straniera è certamente più ampia rispetto a quella italiana. Credo che dipenda dal fatto che delle persone che conosco, che mi sono amiche  molte non si sono ancora avvicinate alla rete. La metafora dell’essere straniero in patria si dimostra così quanto mai appropriata.

4. L’esplicitazione di rapporti sulle reti sociali, o meglio su Fb, evidenzia una lontananza, un’altra diffiormità rispetto a quelli che intercorrono fra i gruppi-classe o gruppi di lavoro espressi nelle piattaforme. L’esercizio di potere in Fb sembra passare attraverso la quantità di informazioni e segnalazioni. Nei forum delle piattaforme i vip si prodigano in commenti.

5. Minore è la resistenza da me esercitata a usare la lingua inglese, anche se in maniera sintetica, rispetto alla modalità d’interazione nel precedente PLENK2010. Mi pare una conquista da sottolineare, valorizzare.

Dalla prossima settimana incomincerò a osservare e forse partecipare a MobiMOOC, qui l’attività è già partita da una settimana, debbo mettermi al passo e studiare la strategia più opportuna.

Grazie CCK11

#PLENK2010 e libretti d’opera, erogatori d’elisir

Il passaggio al digitale terrestre si è rivelato per me una vera manna. Attraverso RAI 5 ho conosciuto Oberto, conte di San Bonifacio di Solera/Verdi e successivamente ho gustato un’altra opera di Verdi il Nabucco rimandone davvero emozionata. La presenza dei sottotitoli mi ha permesso di apprezzare il testo dell’opera e spinta dal desiderio di approfondire mi sono attivata per cercare in internet il libretto dell’opera. La ricerca è stata premiata permettendomi di incontrare http://www.librettidopera.it/ un sito web su cui desidero intrattenermi.

Cosa hanno in comune il sito libretti d’opera e PLENK2010?

La filosofia che li ispira e  il valore attribuito all’essere connessi e alle relazioni umane.

Il loro punto d’incontro è internet attraverso le nuove tecnologie e le risorse aperte («strumenti che usiamo, licenza»).

Dalle pagine di presentazione si ricavano informazioni sull’aspetto della conoscenza/arte su cui l’attenzione e gli sforzi sono focalizzati  «il sito è dedicato ai libretti d’opera in lingua italiana; ha un intento divulgativo e la volontà di far conoscere i vari aspetti di una parte della nostra cultura. […] Ogni libretto è stato cercato, copiato e impaginato con passione: ogni titolo un diverso apparire. […] Il sito coniuga l’immagine storica e tradizionale dell’opera lirica con l’alta tecnologia della rete globale. Invenzione intellettuale tutta italiana, l’opera è una delle forme culturali del nostro paese più conosciuta e apprezzata in tutto il mondo e riassume in sé il difficile compromesso tra genialità e imprenditoria, tra spirito artistico e necessità economica. […] »

Si ricavano anche i criteri di selezione del materiale  «I titoli vengono scelti in base a una serie di criteri: disponibilità del materiale, data della prima rappresentazione, autori di testi e musiche, importanza del testo nella storia della lirica, difficoltà di reperimento. […] » e i processi («informazioni/come lavoriamo») attraverso cui si arriva al prodotto condiviso.

Il sito recentemente è stato arricchito con una nuova sezione, in parte ancora in via sperimentale, dedicata alle registrazioni d’epoca che è possibile scaricare.

Una pagina del sito è dedicata alla storia che visualizzo attraverso una linea del tempo ottenuta con – Wittwer, JW, ” Come creare una linea temporale in Excel “dal Vertex42.com.

Per completezza d’informazione ricordo che PLENK 2010 è una joint venture tra il National Research Council of Canada (Institute for Information Technology, Learning and collaborative Technologies Group Technologies Group, PLE Project ), il Technology Enhanced Knowledge Research Institute presso Athabasca University e l’Università di Prince Edward Island.

PLENK2010 è un corso insolito:  non si tratta di un corpo di contenuti da ricordare, l’apprendimento deriva dalle attività svolte da chi  si impegna  ed è diverso per ogni persona.  Inoltre, questo corso non è condotto in un singolo posto o l’ambiente ma è distribuito in tutto il web.

Questo tipo di corso è chiamato corso connettivista perché riflette i principi della teoria dell’apprendimento nota con il termine Connettivismo.

È senza ombra di dubbio una meravigliosa esperienza che non non si vuole fermare quando il corso è concluso.

Altrettanto stimolante è Librettidopera un sito  che dispensa contenuti espressi in una lingua che si fa poesia, in gradevoli registrazioni sonore, in suggestive immagini (bozzetti di scena e costumi per opere liriche) e che coniuga con efficacia passato e presente.


first post # PLENK2010: Motivi di una scelta

Rifletto sui motivi che mi hanno spinto a partecipare al corso di «Personal Learning Environments Networks and Knowledge 2010, frutto dell’accordo tra il National Research Council of Canada (Istituto per la Tecnologia dell’Informazione, Apprendimento e collaborazione Technologies Group, Project PLE), The Technology Enhanced Knowledge Research Institute presso Athabasca University e l’Università di Prince Edward Island.» Facilitatori del corso sono George Siemens, TEKRI; Stephen Downes, NST; Dave Cormier, UPEI; Kop Rita, NST.

La decisione è maturata attraverso la considerazione di svariati elementi riconducibili ad altrettante domande: cosa mi attrae del corso? perché aderire? quali competenze presuppone? il mio background è coerente ovvero mi può essere d’aiuto nell’affrontare gli argomenti e i temi proposti? sarò in grado di fornire un mio contributo?

L’adesione al corso rappresenta una risposta ai quesiti che, affacciandosi alla mia mente la  mattina quando  mi sveglio e  accompagnandomi per l’intera giornata, riguardano il modo con cui riempire il vuoto lasciato nella mia vita intellettuale e sociale dopo la conclusione del master «Metodi e tecnologie per l’e-learning» che mi ha indirizzata verso nuovi orizzonti e che tanto mi ha dato in termini di stimoli e di conoscenze; riguardano altresì le occasioni e le modalità di applicazione delle conoscenze acquisite oltre che le condizioni per la creazione di una rete di connessioni.

Grazie ad un mio insegnante del master, A. Fini, che rappresenta tuttora una preziosa risorsa del mio PLE, sono venuta a conoscenza del «Connectivism and Connective Knowledge Online Course», un corso online, promosso dall’Università di Manitoba, Canada.

Attraverso la riflessione proposta dallo stesso Fini all’interno del master sulle Open Educational Resources ho potuto conoscere e comprendere i termini del dibattito sui principali temi e sui progetti OER riportando un’intima soddisfazione per visioni ispirate a valori e ideali da me condivisi.

Considero la proposta del corso PLENK 2010 come un’opportunità da sperimentare e da seguire nonostante l’esistenza d’ un handicap di notevole rilevanza rappresentata dalla mia limitata conoscenza della lingua inglese. Mi conforta il fatto che essendo un corso connettivista che riflette sul Personal Learning Environment potrò scegliere quei contenuti che riterrò più interessanti e a me accessibili e qualora dovessi trovarli troppo complicati, potrò non leggerli e passare ad altri; potrò tenere traccia su delicious dei temi e degli argomenti che avranno catturato la mia attenzione e/o partecipando a discussioni in Moodle; potrò riutilizzare il materiale per operare riflessioni annotandole su questo blog che condivido con chi vorrà leggere. Mi conforta anche il pensiero di poter contare su tecnologie preposte alla traduzione non solo di parole ma anche di link: le traduzioni anche se non perfette sostengono l’intuizione e facilitano la comprensione globale del messaggio.