new post eBookLearn – #PLENK2010

La gestione dei due corsi online che frequento contemporaneamente  si sta rivelando più complessa di quanto avessi preventivato. Mi riferisco al carico d’ansia che mi assale ogniqualvolta, aprendo la posta elettronica, mi trovo le raccolte giornaliere comprendenti i nuovi interventi dai forum di entrambi i corsi. Volendo sopravvivere dovrò decidermi a modificare le preferenze relative all’invio di e-mail dei forum.

A quali corsi mi riferisco? Il primo è un corso di perfezionamento intitolato “Il futuro del libro: dai testi in rete agli e-book”, i cui i contenuti sono rintracciabili qui;   è proposto da UniTuscia. Al secondo, di cui  ho già parlato in post precedenti e sul quale ancora mi attarderò, va il merito di entusiasmarmi, stimolandomi al contempo a sperimentare quanto fino ad ora non avevo osato.   E-BookLearn si presenta come un affascinante connubio fra ciò che amo: libri e informatica dal quale so che ricaverò appaganti stimoli e occasioni per ulteriori riflessioni.  PLENK2010  è un’immersione nella complessità;  qui fino ad ora  si sono affrontati la terminologia e i concetti di “personal learning environments” (PLE) e “personal learning networks” (PLN); ci si è interrogati sul ruolo che il PLE svolge in relazione a VLE e LMS;  ci si è chiesto se il PLE possa  essere usato a livello istituzionale;  se richieda una riforma del sistema di istruzione;  se  PLE e LMS debbano  essere visti come antagonisti tra loro o se  non possano andare d’accordo.  Ragionando sull’ impatto che l’innovazione tecnologica in materia di istruzione ha avuto fino ad oggi,  ritenendo che sia  ragionevole aspettarsi un impatto simile in futuro, si inferisce che sia  importante per gli educatori essere a conoscenza delle tendenze tecnologiche emergenti.  Sono temi su cui ho già avuto modo di riflettere nel corso del master; ciò che è veramente nuovo per me è rappresentato dalla moltitudine delle persone con cui cerco di rapportarmi esplorando nodi, coltivando connessioni…

e il naufragar m’è dolce in questo mare

new post # PLENK2010 “Col tempo e con la paglia maturano le nespole”

Vale senz’altro per me quest’ antico proverbio che ho usato come titolo del  post di oggi. Sì, ci vuole pazienza, occorre aspettare per vedere i risultati.  A cosa mi riferisco? Al fatto che oggi ho rivolto la mia attenzione a LTEver un ambiente personale di apprendimento che i partecipanti dei corsi gestiti da LTE (Laboratorio Teconolgie dell’Educazione) hanno a disposizione. Può essere usato come un sito web personale, come un e-portfolio, come un blog o come un miscuglio di tutte queste cose;   è un sistema di social networking basato sui tag.

Il mio approccio con quest’ambiente risale ai tempi della partecipazione al master, ma alla cui esplorazione a quel tempo non ho dedicato molta energia poiché mi intimoriva. Oggi, invece, col proposito di segnalare ai miei insegnanti e ai miei compagni di corso e di viaggio i risultati a cui sono giunta «col tempo e con la paglia», ho deciso di battere un colpo per dire che ci sono. Così ho cambiato l’immagine del profilo, creato una rete di contatti e ho inserito il RSS feed del blog che ho creato in WordPress.com.

L’open course Personal Learning Envronments Networks and Knowledge di Downes, al quale mi sono iscritta e a cui partecipo,  rappresenta senz’altro l’elemento propulsore di questa mia decisione.

new post #PLENK Personal Learning Environment (PLE)

In questo post riporto il paragrafo della mia tesi di master dedicato a I Personal Learning Environment (PLE).

I Personal Learning Environment (PLE)

Secondo Graham Attwell (2007) il Personal Learning Environment (PLE) riconosce il ruolo del learner nella gestione del proprio apprendimento mira a fornire strumenti per sostenere l’apprendimento; potrebbe essere utile o addirittura essenziale per l’apprendimento nel futuro.

Diversi sono gli elementi che concorrono a sollecitare il ricorso al PLE quale ambiente di apprendimento privilegiato: la diversità di contesti e di situazioni di apprendimento, il riconoscimento dell’importanza dell’apprendimento informale, la coscienza che i fornitori di apprendimento sono molteplici, l’evoluzione della tecnologia in particolare l’emergere dell’ubiquitous computing[1] e lo sviluppo del software sociale, infine il riconoscimento che l’apprendimento è continuo. L’autore esplicita i cambiamenti conseguenti all’utilizzo/ricorso al PLE, sono cambiamenti che riguardano il modo d’uso della tecnologia educativa, l’organizzazione dell’istruzione, le maggiori responsabilità e indipendenza date ai learners. Il cambiamento dell’offerta formativa per il ricercatore gallese è ineluttabile, innescata com’è dal rapido sviluppo e dall’attuazione di nuove tecnologie oltre che dal cambiamento sociale. Non manca l’autore di considerare i problemi irrisolti riconducibili ai fornitori di tecnologia, alla sicurezza dei dati unitamente a quella degli studenti.

Sandra Schaffert e Wolf Hilzensauer (2008 ), ricercatori presso la società Salzburg Research, lo sviluppo e il successo crescente delle applicazioni di social networking, come i blog, i wiki e i cosiddetti “ambienti di apprendimento personali” (PLE – Personal Learning Environments appunto), modificano, facilitano e rimettono in questione l’apprendimento su internet.

I PLE hanno riscontrato un discreto successo e stanno modificando il paradigma dell’apprendimento e dell’insegnamento specie in area anglosassone dove tale approccio formativo aveva già delle diverse applicazioni nei curricola anche non specificatamente con strumentazioni tecnologiche.

Questa modalità comporta modifiche che riguardano diversi aspetti e attori del processo formativo:

–         il ruolo del discente come creatore attivo ed auto-diretto del contenuto;

–         la personalizzazione con il supporto e i dati dei membri della comunità;

–         il contenuto dell’apprendimento come “bazar” illimitato;

–         il ruolo fondamentale della partecipazione sociale;

–         la proprietà dei dati del discente;

–         il significato dell’apprendimento auto-organizzato per la cultura degli istituti e organismi educativi

–         gli aspetti tecnologici dell’uso di strumenti di social networking e dell’aggregazione di molteplici fonti.

L’elevato numero di strumenti di aiuto alla collaborazione sul web mostra chiaramente che i PLE e gli strumenti di social networking portano a una nuova idea di apprendimento e uno sviluppo delle competenze.

La disponibilità di significative strumentazioni tecnologiche facilita il sorgere di comunità professionali in rete avendo in mente un ambiente collaborativo che si avvalga degli strumenti del web 2.0.

Generalmente si tratta di persone auto-motivate, capaci di sentirsi a proprio agio negli ambienti virtuali e abili nell’autogestione del tempo e delle priorità. Il loro accesso alle tecnologie è alto sia per quanto attiene le abilità informatiche, sia di strumentazione, sono disponibili alla condivisione e alle interazioni orizzontali.

Consapevoli del fatto che optando per un ambiente collaborativo (Pettenati e Ranieri, 2006) sanno di dover operare in modo congiunto verso un obiettivo comune attraverso interventi reciproci e condivisi.

Questo tipo di comunità in genere opta per un e-learning informale in cui coesistano l’esplorazione individuale ed il networking learning caratterizzati dall’assenza di tutor e dall’interazione tra pari, dall’assenza di materiale strutturato e dal libero accesso a risorse internet (Ranieri, 2005). I progetti che stanno alla base del sorgere della comunità si basano su internet intesa come piattaforma e su d’un approccio PLE (Fini, 2006) Personal Learning Environment, che contempli la costruzione attiva ad opera del soggetto che desidera formarsi, questo grazie alle possibilità offerte dalla varietà di risorse e funzioni del web.

Possono avvalersi di un’applicazione Open Source come Elgg per creare un personal learning landscape (Bonaiuti, 2006) e consentire ad ogni studente d’effettuare interconnessioni tra funzioni disponibili all’interno dell’applicazione con altre individuate nel web.

[…]


[1] Il termine si riferisce a due sviluppi tecnologici. Il primo è il crescente carattere ubiquitario della connettività Internet con lo sviluppo del wireless e GSM reti, così come la diffusione della banda larga, risultanti in termini di connettività diventa disponibile quasi everywhere in the future

new post # PLENK2010: Condivisione

Il 17 settembre intervenendo nel forum Introduzione al PLENK2010 ho inserito il mio primo post in inglese in cui, salutando e rivolgendomi a tutti sinteticamente, accennavo alla mia passata situazione lavorativa e a quella attuale. Esplicitavo inoltre la mia iscrizione al corso col desiderio di coltivare connessioni online per apprendere e per non essere sola (intellettualmente parlando). Qualche ora prima avevo provveduto a tratteggiare il mio profilo.

Ieri sera ho inserito il mio primo intervento nel forum di discussione sul tema «livelli di competenza per la costruzione e la gestione di un PLE». Alla lettura del soggetto è stato per me impossibile non riandare indietro nel tempo quando nel periodo di frequenza del master è stato chiesto ai corsisti di individuare un argomento di particolare interesse per svilupparlo nel project work. Fra i temi su cui avevo avuto modo di riflettere quelli dai quali ero stata particolarmente affascinata sono stati il Personal Learning Environment e la competenza digitale.

Considerando che il Ple è un approccio che «prevede la costruzione attiva da parte del soggetto della propria formazione» la cui concretizzazione è resa possibile dal possesso di conoscenze, abilità, competenze, delineavo una prima traccia di lavoro per la tesi unendo i due temi suddetti esprimendo così il loro legame «il ruolo della competenza digitale nella costruzione dell’ambiente di apprendimento personale.». Successivamente ho realizzato la tesi conclusiva del master affrontando il tema «Costruire la propria identità digitale fra competenze e abilità complesse», in cui ho affrontato un tema emergente nella Società dell’informazione: l’identità digitale, ponendomi, al contempo, una serie di domande e mettendo a fuoco problemi che richiedono l’individuazione delle competenze necessarie, se non indispensabili, per il conseguimento dell’obiettivo. Tali quesiti riguardano anche le modalità attraverso cui si acquisiscono le competenze messe a fuoco, il loro apprendimento, le strategie e le attività di apprendimento, gli strumenti e gli ambienti che sostengono le competenze in esame.

Mi attardo nella narrazione perché provo un’intima soddisfazione constatando che c’è non sola congruenza fra il mio percorso di studio pregresso e ciò che sto incontrando ora, ma c’è anche continuità. È un buon motivo per irrobustire il proposito di seguire un corso che, per mole di sollecitazioni e stimoli, può provocare overload informativo e si pone come cartina tornasole per testare le mie competenze.

first post # PLENK2010: Motivi di una scelta

Rifletto sui motivi che mi hanno spinto a partecipare al corso di «Personal Learning Environments Networks and Knowledge 2010, frutto dell’accordo tra il National Research Council of Canada (Istituto per la Tecnologia dell’Informazione, Apprendimento e collaborazione Technologies Group, Project PLE), The Technology Enhanced Knowledge Research Institute presso Athabasca University e l’Università di Prince Edward Island.» Facilitatori del corso sono George Siemens, TEKRI; Stephen Downes, NST; Dave Cormier, UPEI; Kop Rita, NST.

La decisione è maturata attraverso la considerazione di svariati elementi riconducibili ad altrettante domande: cosa mi attrae del corso? perché aderire? quali competenze presuppone? il mio background è coerente ovvero mi può essere d’aiuto nell’affrontare gli argomenti e i temi proposti? sarò in grado di fornire un mio contributo?

L’adesione al corso rappresenta una risposta ai quesiti che, affacciandosi alla mia mente la  mattina quando  mi sveglio e  accompagnandomi per l’intera giornata, riguardano il modo con cui riempire il vuoto lasciato nella mia vita intellettuale e sociale dopo la conclusione del master «Metodi e tecnologie per l’e-learning» che mi ha indirizzata verso nuovi orizzonti e che tanto mi ha dato in termini di stimoli e di conoscenze; riguardano altresì le occasioni e le modalità di applicazione delle conoscenze acquisite oltre che le condizioni per la creazione di una rete di connessioni.

Grazie ad un mio insegnante del master, A. Fini, che rappresenta tuttora una preziosa risorsa del mio PLE, sono venuta a conoscenza del «Connectivism and Connective Knowledge Online Course», un corso online, promosso dall’Università di Manitoba, Canada.

Attraverso la riflessione proposta dallo stesso Fini all’interno del master sulle Open Educational Resources ho potuto conoscere e comprendere i termini del dibattito sui principali temi e sui progetti OER riportando un’intima soddisfazione per visioni ispirate a valori e ideali da me condivisi.

Considero la proposta del corso PLENK 2010 come un’opportunità da sperimentare e da seguire nonostante l’esistenza d’ un handicap di notevole rilevanza rappresentata dalla mia limitata conoscenza della lingua inglese. Mi conforta il fatto che essendo un corso connettivista che riflette sul Personal Learning Environment potrò scegliere quei contenuti che riterrò più interessanti e a me accessibili e qualora dovessi trovarli troppo complicati, potrò non leggerli e passare ad altri; potrò tenere traccia su delicious dei temi e degli argomenti che avranno catturato la mia attenzione e/o partecipando a discussioni in Moodle; potrò riutilizzare il materiale per operare riflessioni annotandole su questo blog che condivido con chi vorrà leggere. Mi conforta anche il pensiero di poter contare su tecnologie preposte alla traduzione non solo di parole ma anche di link: le traduzioni anche se non perfette sostengono l’intuizione e facilitano la comprensione globale del messaggio.