eBookLearn, #PLENK2010 Testi digitali per la scuola come ambienti di apprendimento

Leggo con interesse il materiale presentato da Noa Carpignano[1], al Seminario tenutosi il 19 febbraio 2010 – Università di Padova – Cultura senza barriere reperibile qui e presentato come un possibile modello di editoria digitale scolastica al corso di perfezionamento dell’Università della Tuscia.

L’autrice ragiona su I libri liquidi: presente e futuro anteriore dei testi digitali per la scuola; introducendo il suo pensiero rileva la cadenza stagionale con cui compaiono triti articoli sul caro libri e l’assenza in essi di qualsiasi riferimento o discussione sui libri digitali; cita le disposizioni ministeriali che li introducono e li disciplinano. Mette a fuoco la complessità del problema rappresentato dai libri digitali per la scuola suggerendo alcune domande:

1. Cosa si pensa che siano i testi digitali per la scuola? 2. Cosa invece dovrebbero essere? 3. Come la mettiamo con l’accessibilità? 4. Perché la pirateria non deve far paura? 5. Perché le scuole non devono subire il cambiamento e come possono essere parte attiva?

La relatrice intende dimostrare che qualunque sia il punto di vista da cui si osserva il testo digitale per la scuola di certo necessita di essere modificato, così studenti, insegnanti, editori, legislatori, giornalisti sono coinvolti nel riesame del loro ruolo e delle loro mansioni; trasformazioni indispensabili investono anche le loro opinioni e le loro convinzioni personali.

L’autrice riflettendo e sviluppando i temi che costituiscono l’oggetto delle domande sopra indicate sostiene che il testo digitale per la scuola non è da identificare col pdf «come concetto di testo tradizionale distribuito»; invita il legislatore a cambiare la normativa per evitare che l’utente vada in confusione; afferma che « i vantaggi del peso/costo sono marginali rispetto ad altri benefici che il testo digitale può garantire»; tratteggia un testo digitale che agevoli «l’accesso a una vasta gamma di materiali da consultare […] accanto al testo e alle immagini, ci siano anche file audio, filmati, mappe concettuali. […]. Ha in mente un « testo componibile, un CD tutto navigabile come un sito, con audio e giochi didattici», un testo senza «confini fisici » grazie

«[ …] alla sua permeabilità a contenuti “altri”, alla sua miscelabilità con contenuti “altri”. Le connessioniche permettono di esplorare e l’hackerabilità –che consente di appropriarsi e rimescolare e sperimentare i contenuti – fanno sì che il testo sia fluido e possa diventare un vero e proprio ambiente di apprendimento.»

Sollecita gli insegnati a mutare l’espressione del loro ruolo ponendosi «non più di fronte ma di fianco all’allievo per fare, oltre che da guida, da mediatore culturale tra la tecnologia e i ragazzi» orientandoli a districarsi nella complessità della rete. Sottolineando «la dissociazione schizofrenica di chi pensa di lavorare in rete senza condividerne lo spirito non può che dare un esito infausto» si dice convinta che la figura dell’editore veda aumentare i suoi compiti dovendo garantire autorevolezza al testo coinvolgendo anche professionisti esterni ed estranei alla scuola; lavorare a una revisione stilistica; reperire le immagini; rendere i materiali accessibili; provvedere ai disegni, carte e mappe, al progetto grafico e all’impaginazione.

Al termine della lettura del materiale presentato al Seminario tenutosi all’Università di Padova – Cultura senza barriere mi ritrovo soddisfatta e arricchita avendo incontrato un inquadramento esauriente per la comprensione di un tema destinato a assurgere al ruolo di protagonista nella scuola di domani e l’esplicitazione di quelle connessioni che riescono a coniugare gli ambienti personali di apprendimento e testi digitali.

Restano ora da indagare le competenze necessarie, se non indispensabili, per la fruizione di testi digitali come sono stati indicati, le modalità attraverso cui si acquisiscono le competenze messe a fuoco, il loro apprendimento, le strategie e le attività di apprendimento, gli strumenti e gli ambienti che sostengono le competenze in esame.


[1] «l’editore che ha creato BBN: la prima casa editrice italiana che pubblica testi scolastici digitali».